Mostre d’Arte – Tot e De Felice

(SILVIO MARINI, Il Giornale della Sera, Roma, 28 February, 1947)

— by SILVIO MARINI

Di Tot, scultore ungherese residente a Roma, le cronache d'arte figurativa spesso hanno segnalato l'attività molteplice, continua e, a quel che sembra, instancabile, a mano a mano che le sue opere andavan comparendo nelle mostre collettive.
Ora si presenta in una personale all' « Obelisco » e occorre far fronte all'impegno di una più ragionata definizione dell'arte sua cosi pungentemente accentuata.
A chi si affacci alla sala della mostra, si presenta — massiocia — una grande scultura con una donna incinta. Mi sovviene di aver visto un'altra scultura con una donna incinta, figurata dal Mestrovich, più di una trentina d'anni fa, nel suo periodo giovanile. Mestrovich vi esacerbava — ricordo — l'asprezza del terna. Tot, invece, tende a identifiarlo nella costruzione pesante ed a mitigarlo nel traneito delle curve. Tema e decorativismo figurale in realità vi si dissociamo. Fra queste due posizioni (letteraria la prima e figurativamente decorative la seconda) si definiscono pressocchè tutte le altre opere del Tot, dalle statue ai disegni. Una fatalità curvilinea le promuove sul piano dei valori visivi, cui si adattan repose, specie dei nudi, anche se via via sollecitate da estri fantastici, con prontezza di adattamenti e mano sempra più destra.