Simpatia per Tot

(LEONARDO SINISGALLI, Il Poliedro, Numero speciale dedicato alla scultura di Amerigo Tot, Roma, 01 April, 1969, p. 1.)

— by LEONARDO SINISGALLI

Da quanti anni Tot è romano? Prima di tanti ministri e senatori. Sembra addirittura venuto in ostaggio coi legionari di Traiano. E' una figura mitica dell'età di Cardarelli e di Talarico, gli anni che corrono tra la fine del d'annunzianesimo e l'era del doppiaggio. Tot è riuscito anche a fare invidia a qualche divo. Non si contano le offerte che ebbe negli anni di magra della nostra industria cinematografica quando c'era carestia di protagonisti maschili. Fu una civiltà di efebi, dí androgini, e di cinici, Tot impose senza sforzo il suo tipo di uomo forte e leale. Lo si vide tante volte, lui massiccio, con una ninfa minuta al fianco, gentile, premuroso. Una notte, a Piazza del Popolo, ci meravigliò tutti, perché stava con una ragazza che non aveva sonno, e lui propose di partire in automobile e andare a dormire a Reggio Calabria. Buone cose ne ha fatte tante. La sua idea della scultura non può avere di punto in bianco, e in una città come Roma, abolito di colpo la statua e il monumento. Ora mi spingo avanti un po' alla cieca e dico che il suo istinto — perché questo non si può sottintendere se si parla di Tot — deve aver trovato il suo germoglio a pari distanza da Brancusi e da Wotruba, per citare due eccentriche ma vive fonti di spiritualità. Tot è per una scultura compatta, per un prímum indivisibile, ma avrebbe ottime attitudini costruttive e grandi capacità di animazione se minimamente gli piacesse la scena. Ma è rimasto fisso all'idea che lo scultore cerca nell'opera un avvio, un principio nascosto, una specie di nucleo; non può quindi disperdersi, ma concentrarsi. Ho visto alcune piccole « Maternità » raccolte come in un guscio, in un sacco, pudiche, povere: ritrovate come all'origine, ma fuori dell'eden, in una grotta. Questo per provare l'urgenza dei suoi tremori, la sua cautela metrica. Quanto a astro, a capacità di versificazione si potrebbe dire, a « gusto di ornare » che è tanta parte della scultura — proprio perché non può esserlo del design — cito il famoso fregio della Stazione Termini. Tot con la sua natura e la sua cultura quanto potrebbe contribuire alla scoperta del volto nuovo della Città!